mercoledì 9 aprile 2008

PERCHE' NON SI VEDONO PIU' GLI UFO

Gli ufologi razionalisti tendono sempre più (in questi ultimi anni) ad una definitiva resa dei conti con il residuo 5 % di avvistamenti non identificati (questa è la percentuale mitica ricorrente per gli Ufo in Italia). Molti di loro si pongono la domanda ormai insistente se sia il caso di continuare ancora ad occuparsi di Ufo visto che anche la casistica tende a ridursi e ad inquinarsi con altri racconti che ben poco sembrano avere a che fare con gli avvistamenti storici (rapimenti, cerchi nel grano, autopsie alieni, etc.). Inoltre i casi più bizzarri e tradizionali come i cosidetti Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo si sono ridotti, negli ultimi 10 anni, al lumicino.
Si domandava di recente, l'ufologo Paolo Toselli nel suo blog su FOCUS: "L’ufologia in quanto tale, ovvero lo studio dei rapporti derivanti dalle testimonianze di avvistamento UFO, ha ancora ragione di sopravvivere, se il suo oggetto di studio si sta estinguendo? Ci dobbiamo solo più limitare ad un’analisi storica, inerente gli eventi del passato? Naturalmente la scomparsa dei dischi volanti potrebbe essere smentita già domani stesso, in base alla nota battuta dell’astrofisico francese Pierre Guérin che in ufologia appena una legge viene scoperta e dimostrata, poco dopo capita qualcosa che la contraddice."
Il problema andrebbe almeno diviso in due parti, altrimenti, se partiamo dalla considerazione che la quasi scomparsa degli incontri ravvicinati con entità aliene sia strettamente correlata con il resto della casistica di luci ed oggetti non identificati in diminuzione, confessiamo in qualche modo una certa nostalgia per i bei tempi che furono, per le teorie extraterrestri e per gli abitanti di queste teorie.
In altre parole confessiamo il fatto di essere non tanto nell'abito di una ufologia scettica (nel senso più filosofico del termine) ma solo di una ufologia delusa.
In mancanza degli extraterrestri, che ci aspettavamo ancora negli anni 70, il paradosso di Fermi è risolto in modo estremamente semplicistico: a cosa servirebbe occuparsi ancora di dare risposte a dei testimoni, pochi peraltro (che chiedono spiegazioni circa ciò che hanno visto senza riuscire a darsene ragione)? Non deve quindi meravigliarci che un appassionato di ufologia, di idee opposte a quelle di Toselli, Tommaso di Pietro, irrompa con il suo commento indispettito nel Blog di Focus ed abbia vita facile, di fronte a questo modo di porre il problema, commentando: "Vede sig. Toselli, il suo modo di fare ufologia è completamente lontano dalla realtà di quella ricerca diretta sul campo che pressochè quotidianamente si imbatte in casi e testimonianze di avvistamenti che in una non piccola percentuale non sono spiegabili. Quindi il suo modo un po' snob di fare ricerca ufologica oltre ad essere sbagliato è anche controproducente per l'ufologia stessa...".
E, via di seguito sforna allo studioso Toselli, collocato nella posizione di ufologo da scrivania (come si è soliti fare in questi casi per tagliar corto con l'avversario), una serie di casi Ufo appena capitati, che tra l'altro, vale solo la pena di accennare, lo studioso Toselli ben conosce, se non anche meglio del suo interlocutore.
Siamo al solito impasse tra ufologi, dove uno accampa un certo lavoro sul terreno ed un maggior impegno sul dossier Ufo (peraltro più un fatto di quantità che di qualità), mentre l'altro nega di fatto ogni possibilità di esistenza ad un dossier Ufo che conterebbe ormai un tale numero insufficiente di casi da non poter far continuare l'ufologia ad esistere.
Ovviamente sbaglia l'irruento interlocutore ad accusare Toselli (e l'associazione CISU) di svolgere le inchieste in modo insufficiente (poichè questo è semmai un male comune all'ufologia di oggi), e sbaglia anche Toselli a farne un problema quantitativo, anche perchè se per assurdo restasse anche un solo ed unico caso di Ufo inspiegato, il problema posto dalle testimonianze non sarebbe comunque risolto.
La scienza è sempre un fatto qualitativo.
D'altra parte questo è un tipo di discussione che non è affatto nuovo in campo ufologico.

Quante volte è già stata annunciata l'estinzione anticipata degli Ufo? Già le conclusioni del fisico Edward Condon che dirigeva il gruppo di indagine governativa dell'università del Colorado (USA), nel 1969, era giunto con determinazione alla conclusione, in bella vista in apertura del suo omonimo rapporto, che non si vedeva nessuna ragione perchè la scienza si occupasse delle testimonianze Ufo (Condon Report: http://ncas.org/condon/text/sec-i.htm).
I contenuti stessi del suo rapporto di mille pagine lo smentivano.
E se ciò non fosse bastato, nel 1973 il territorio americano assisteva ad una vera invasione di avvistamenti Ufo.
Basti poi ricordare che nel 1989 la nota associazione belga Sobeps era sul punto di chiudere la sua sede e buttare via la chiave, quando nel 1990 si assistì ad una delle più incredibili ondate ufologiche che si fosse mai avuta in Europa.
La cosa comunque non impedirà più di recente la rinuncia dei componenti della Sobeps a continuare la loro lodevole attività nel 2007, sbarazzandosi di tutto, archivi decennali compresi, senza troppi rimpianti da parte loro.
Forse, è piuttosto il caso di indagare la ragione per cui ci sembra che gli Ufo siano di nuovo scomparsi, ed applicare una volta tanto qualcosa del metodo sociologico.
Il sociologo Pierre Lagrange ritiene che la causa di questa situazione risieda nel fatto che il nostro interesse come pubblico verso gli Ufo si è trasformato (1).
Questo sarebbe successo nel periodo 1994-1995. Se prima la stampa ne aveva fatto un certo parlare poichè il fenomeno aveva aspetti bizzarri che divertivano ed attiravano i lettori, in quel periodo gli Ufo cominciarono a perdere molto del loro appeal.
La diffusione in quegli anni della serie americana televisiva X-Files, basata sul "fatto" del complotto governativo/militare che nasconde la verità sui dischi volanti, è una delle componenti che ha aiutato questo cambiamento di attitudine verso gli Ufo.
Si aggiunga la truffa del filmato dell'autopsia dell'alieno di Roswell, realizzata da Ray Santilli nell'estate del 1995. Da quel momento l'immagine del complotto non solo si è globalizzata ma ha raggiunto il vasto pubblico (e non riguarda più solo una idea relegata agli ufologi credenti).Da quel momento il linguaggio degli Ufo viene a fare parte integrante della cultura di ogni persona nel globo. Di colpo non c'è più bisogno di osservazioni, e anche se la gente continua a vedere delle cose in cielo, gli Ufo sono oramai un prodotto culturale, ed i giornali non si preoccupano più di darne notizia.
Da parte loro i testimoni esitano (più di prima) a riportare le loro osservazioni... testimonianze che sarebbero ben poca cosa se confrontate con il segreto che ci sarebbe tenuto nascosto dalle autorità americane.
In conclusione l'unica cosa che ci sembra davvero scomparire dal panorama, sono gli ufologi stessi, mentre il cosidetto "iceberg delle testimonianze" (definizione di quei casi che non emergono, secondo una felice definizione di Toselli) comincia negli ultimi anni ad affondare, contro ogni logica, e a far affiorare cose che ben poco hanno a che vedere con il fenomeno.

NOTE
1) Rivista "Sciences et Avenir", agosto 2006, titolo copertina "Pourquoi les OVNI ont DISPARU", intervista a Pierre Lagrange, p. 42.

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