giovedì 28 gennaio 2010

22 Gennaio 2010. ARTICOLO SUI PRECURSORI SISMICI NELLA IONOSFERA, DURANTE IL TERREMOTO DELL'AQUILA DEL 6 APRILE 2009

La rivista "Natural Hazards and Earth System Sciences", della EGU (European Geosciences Union), ha appena pubblicato un articolo che cerca di verificare la possibilità di precursori sismici nella ionosfera:

Tsolis G. S. e Xenos T. D., "A qualitative study of the seismo-ionospheric precursors prior to the 6 April 2009 earthquake in L'Aquila, Italy", riv. "Nat. Hazards Earth Syst. Sci.", nr. 10, 2010, pp.133-137

Gli Autori usando il metodo di "Cross Correlation analysis" in abbinamento al "Empirical Mode Decomposition" hanno analizzato i segnali foF2 (che sono conosciuti come rumori geofisici e ionosferici) raccolti dalle stazioni ionosferiche di Roma, Atene e San Vito, precedenti al recente terremoto dell'Aquila (6 Aprile 2009).

Il risultato del loro studio è in accordo con il modello teorico ed evidenzia delle modificazioni ionosferiche precedenti il terremoto dell'Aquila, in un'area determinata attorno all'epicentro (vedi grafico fig. 2 dell'articolo, p. 135).

Pur mostrando i limiti del metodo applicato, gli Autori rilevano che questi precursori possono presentarsi anche 22 giorni prima dell'evento sismico.

[Info Renzo Cabassi; fonte: http://www.nat-hazards-earth-syst-sci.net/10/133/2010/nhess-10-133-2010.html]

mercoledì 27 gennaio 2010

22 Gennaio 2010. ARTICOLO SULLA GEOLOCALIZZAZIONE DEI FLASH GAMMA-RAY TERRESTRI.

I TGFs (Terrestrial Gamma Ray Flashes) sono impulsi intesi di gamma-ray associati all'attività dei lampi, rilevati di solito da mezzi spaziali alle orbite più basse.

L'articolo:
Cohen, M. B., U. S. Inan, R. K. Said, and T. Gjestland, "Geolocation of terrestrial gamma-ray flash source lightning", riv. "Geophysical Research Letters", vol. 37, 2010
tratta della geolocalizzazione dei TGFs (con un errore entro i 30 km) rilevata attraverso onde radio ELF/VLF...

[info Renzo Cabassi; fonte: http://www-star.stanford.edu/~vlf/publications/2010-03.pdf]

lunedì 11 gennaio 2010

Gennaio 2010. MISCELLANEA LUMINOSA

22 Maggio 2009. Tesi sui Transient Luminous Events ed il loro studio attraverso le onde radio VLF (Very Low Frequency)
Robert Andrew Marshall, ha presentato il 22 Maggio 2009 la propria tesi dal titolo "VERY LOW FREQUENCY RADIO SIGNATURES OF TRANSIENT LUMINOUS EVENTS ABOVE THUNDERSTORMS" (pp. 184), presso la Stanford University.
Firmatari della tesi sono stati:Umran S. Inan,Victor P. Pasko, e Jelena Vuckovic.

Marshall tratta l'ampia gamma dei TLEs con riferimento a loro studio attraverso le VLF, considerando casistica specifica, modelli e, infine, prospettive per lo studio in questo ambito.

[info: R. Cabassi (agg. 27 Gennaio 2010); fonte: http://www-star.stanford.edu/~vlf/publications/theses/RMarshallThesis_onesided.pdf]

19 Luglio 2009. A proposito dell'organizzazione in circolo dei Column-Sprite durante i temporali invernali ad est del Mediterraneo

La rivista "Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics" (homepage: www.elsevier.com/locate/jastp) ha di recente pubblicato un articolo degli scienziati del gruppo ILAN (Israele) nel quale si tratta delle formazioni di colonne di Sprite disposte in forma circolare e delle possibili spiegazioni di tale organizzazione :

Elyakom Vadislavsky, Yoav Yair, Carynelisa Erlick , Colin Price , Eran Greenberg , RoyYaniv , Baruch Ziv , Naama Reicher , Adam Devir, "Indication for circular organization of column sprite elements associated with Eastern Mediterranean winter thunderstorms", riv. "Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics", nr. 71, 2009, pp. 1835–1839.

L'argomento era già stato trattaro in precedenza dal gruppo ILAN (vedia ll' URL : http://www.costp18-lightning.org/Publications/symposium2008/4-4_Vadislavsky.pdf)

Nell'articolo è tra l'altro presente una immagine di Sprite, catturata dalla stazione SOSO (Idice) del CIPH (R. Labanti, p. 1836).

Ottobre 2009. Scontro di Aurore produce un'esplosione di luci
La NASA Science News comunica la registrazione di un fenomeno"mai-visto-prima" (con quelle modalità) attraverso una rete di telecamere All-Sky, ovvero lo scontro tra due Aurore:

http://science.nasa.gov/headlines/y2009/17dec_whenaurorascollide.htm?list1085368

Questo fenomeno è stato presentato il 17 dicembre 2009 al "Fall meeting of the American Geophysical Union" in San Francisco dallo scienziato Larry Lyons dell'UCLA.

[info: Renzo Cabassi]


12 - 16 Ottobre 2009. Intervento sugli Sprite alla "5th European Conference on Severe Storms " a Landshut (Germania)
Oscar van der Velde, Joan Montanyà, David Romero, Serge Soula, Nicolau Pineda, Joan Bech, e Victor Reglero, hanno trattato l'argomentto "Observations of Western Mediterranean TLE: LS8000 Intracloud Lightning and High-Speed Video".

[Info: R. Labanti]


7 Dicembre 2009. Sprite e Elve, a latitudini particolarmente settentrionali, catturati in Finlandia per la prima volta
Si tratta di una delle registrazioni più a settentrione tra gli Sprite (e Elve) catturati in Europa.
Renzo Cabassi (Comitato Italiano per il Project Hessdalen) fa notare che l'evento registrato dall'astrofilo Timo Kantola, è praticamente alla stessa latitudine di Hessdalen, e ci da ulteriori informazioni sul sito CIPH/SOSO alla URL: http://ciph-soso.blogspot.com/2009/12/sprite-settentrionali-in-finlandia-9.html.

Dicembre 2009. Articolo sui Fenomeni Luminosi in Atmosfera: la valle del fiume Taro in Italia come la valle di Hessdalen in Norvegia?
E' del geologo Valentino Straser l'articolo comparso sulla rivista "New Concepts in Global Tectonics " che fa un confronto tra fenomeni luminosi registrati nella valle del fiume Taro ed il fenomeno di Hessdalen:

Straser Valentino, "Luminous Phenomena in the Atmophere: signs of uplift of the Earth's crust? The lights in Taro Valley (Italy) and Hessdalen (Norway)", riv. "New Concepts in Global Tectonics", nr. 53, 2009.

Straser sospetta la valle del Taro come una zona di ricorrenza di Fenomeni Luminosi in Atmosfera, dello stesso tipo di Hessdalen.
Questa ricorrenza permetterebbe di dimostrare delle analogie storiche, tra il sollevamento della crosta terrestre delle due aree.
Le Sfere di Luce, potrebbero essere dovute ad elementi comuni per quanto riguarda le dinamiche geologiche e la mineralogia sottostante la crosta.

[Info: Renzo Cabassi]

domenica 3 gennaio 2010

CERCHI NEL GRANO E ANOMALIE

Cum Grano Salis
[recensione di Nico Conti]


Nel dicembre del 2008 la casa editrice UPIAR, nata nel 1976 ed oggi dedita alla stampa di lavori del CISU(Centro Italiano Studi Ufologici), pubblica la monografia “Cum Grano Salis” di Margherita Campaniolo, facendo eccezione alla regola che vuole come autori i propri associati.
Campaniolo, appassionata di astronomia, nel 2001 aveva iniziato ad interessarsi di Ufo e di Cerchi nel Grano, completando nel 2003 la sua prima versione digitale di “Cum Grano Salis”.
L’argomento è certo fuori tema per “Il Laboratorio delle Anomalie”, se non per lo stiracchiato ed azzardato accostamento che spesso è stato fatto tra BoL (Ball of lights), generiche sfere di luce, ed i giganteschi agroglifi che iniziarono ad infestare i campi inglesi diversi anni fa (Crop Circles).
Ben presto, come sappiamo, qualcuno sospettò di questi lavori notturni gli extraterrestri.
Con un indimostrato meccanismo a base di microonde, evocato dagli esperti di crops, i cereaologi, queste sfere di plasma avrebbero piegato le spighe disegnando complessi quanto incomprensibili “messaggi” nel grano.
In alcune pagine della monografia, non prive di una certa ironia, Campaniolo ci spiega come un tale trattamento operato per mezzo di microonde otterrebbe come risultato di bruciare un campo di cereali, o nella migliore delle ipotesi di trasformarlo in pop-corn. Ma non è questo il punto centrale dei suoi ragionamenti e il lato più interessante del suo lavoro sui Cerchi nel Grano.
E’ importante piuttosto il metodo con cui fa fronte a quelle che sono state denominate le “anomalie” presenti nei Cerchi del Grano.
E, comunque sia, per quanto fuori tema rispetto al presente Blog, non avrei potuto esimermi dal recensire il lavoro dell’amica Campaniolo.
Infatti, la rilettura di quest’ultima versione di “Cum Grano Salis”, che ho fatto in questi giorni, mi ha fatto con piacere tornare indietro all’inizio del 2000, quando si partecipava insieme ad una mailing-list ufologica ed il “dibattito” sulla realtà dei cerchi nel grano era ancora parecchio acceso tra gli appassionati di Ufo.
Fu un periodo di grande accrescimento personale grazie allo scambio di pareri su un argomento che vedevo affrontato dalla Campaniolo con grande slancio positivo, ed infine era stato un piacere seguire il suo sincero tentativo di convincere credenti e scettici, che non era sufficiente schierarsi tra chi risolveva il problema dei Cerchi con gli extraterrestri e chi invece, adottando la confessione di due anziani burloni, se ne sbarazzava rapidamente considerandolo solamente una stranezza extraufologica.
Dopo l’iniziale curiosità sui Cerchi nel Grano la mia opinione era davvero molto semplice: non riuscivo a vedervi un problema di ordine scientifico, anzi l’idea che extraterrestri disegnassero un pot-pourri di simboli terrestri sui nostri campi la trovavo abbastanza insensata, e ben presto rimase solo la curiosità di capire perché per tanti appassionati e studiosi i Cerchi nel Grano potessero davvero rappresentare un misterioso contatto con intelligenze di altri pianeti.
Non si trattava certo del semplice meccanismo di credenza del tipo che spingeva alcuni a recarsi infervorati nel bel mezzo dei Cerchi a braccia levate per raccogliere non meglio precisate energie.
Vi erano analisi dotate di una loro razionalità per quanto non condividibili.
Dei Cerchi nel Grano come fenomeno mi insospettivano ( e non ero il solo) alcuni aspetti in particolare:
1) Con passare del tempo i cerchi si complessificavano: disegni sempre più grandi e più complicati. Ciò faceva pensare a manualità che andavano esercitandosi e migliorando, piuttosto che a intelligenze superiori dotate di chissà quali marchingegni.
2) La scoperta o la confessione di molti circlemakers (fautori di cerchi): non si trattava solo della confessione di due pensionati inglesi fatta agli inizi degli anni 90.
Si scopriva che era impossibile distinguere un Cerchio nel Grano “falso” da uno “vero” basandosi solo sul risultato.
3) I simboli utilizzati nei cerchi erano un conglomerato di grafie (molto terrestri) che nulla avevano di simile ad un sistema di comunicazione. Salvo che non si tratti di arte, comunicare significa tutt’altra cosa, comporta l’utilizzo di un medesimo linguaggio, un interscambio culturale, una comprensione reciproca, etc.
Tutto ciò poteva bastarmi e avrei potuto far chiudere tranquillamente il mio personale dossier, ma ero davvero affascinato dall’approccio della Campaniolo, poi confermato ampliamente nel suo presente lavoro “Cum Grano Salis”.
Campaniolo faceva fronte alle anomalie dei Cerchi nel Grano attraverso le conoscenze dell’Agronomia.
Era successo che una volta stabilito che era impossibile discernere , a partire dalla precisione dei cerchi, quelli che erano “veri” da quelli che erano “falsi”, i principali studiosi si erano dati da fare per evidenziare alcune caratteristiche all’interno dei cerchi che li rendevano, a loro dire, irripetibili da parte di mano umana.
Le anomalie che dovevano essere considerate come discriminanti erano:
a) Le spighe appiattite al suolo,non muoiono e continuano a crescere.
b) Le spighe si piegano lungo un nodo eccessivamente allungato rispetto alla “norma”.
c) Le spighe presentano nodi sottoterra.
d) I nodi presentano fori di espulsione.
e) Le spighe presentano poliembrionia o sterilità.
f) Le spighe presentano una crescita non regolare e distorta alla base della parte fruttifera.
g) I semi presentano anomalie nella germinazione
h) Vi sarebbero modificazioni genetiche delle spighe all’interno dei cerchi.
Campaniolo decide di ripercorre tutte queste supposte anomalie facendo ricorso alla consulenza di agronomi, e della letteratura specifica, dimostrando che esse trovano tutte una serie di spiegazioni in determinate condizioni di allettamento, trattamento delle spighe, etc.
Quanto all’ultimo punto (h) circa le modificazioni genetiche, esse sono state più asserite che correttamente dimostrate, attraverso una qualche procedura sperimentale che potesse definirsi tale.
Lascio quindi alla lettura delle spiegazioni offerte da "Cum Grano Salis" e all’approfondimento dedicato a tutti gli aspetti dei Cerchi nel Grano, incluso quello storico, il piacere di scoprire la differenza tra le anomalie degli agronomi e quelle messe in campo dai cereaologi esperti dei Cerchi nel Grano.
Sembra di poter concludere che i cereaologi non si siano accorti che, ancor prima degli extraterrestri, le anomalie a cui facevano riferimento fossero dovute a tanti altri interpreti terrestri: le condizioni climatiche, l’attività agricola, quella degli agronomi.
I cereaologi, gli ufologi, gli esoterici, i circlemakers avevano solo e semplicemente ricamato su quelle anomalie preesistenti.
Cosa rimaneva da fare per evitare di discutere le stringenti argomentazioni della Campaniolo? Un aspetto consistente del dibattito fu rappresentato dal ricorso alla autorità da parte degli oppositori.
La “Bibbia” dei cereaologi era rappresentata dalla pubblicazione di due articoli su una rivista scientifica scandinava di agronomia, Physiologia Plantarum, che tra il 1999 ed il 2001 aveva pubblicato alcune delle argomentazioni di Levengood ed Haseloff sulle anomalie dei cerchi.
Come si permetteva la Campaniolo di andare contro articoli scientifici? Con quale competenza in materia osava contraddire Physiologia Plantarum? Su quali riviste di pari livello aveva scritto di ciò che affermava?
Lascio alle “Conclusioni” di Margherita Campaniolo la riposta a queste domande, ma mi si permetta di dire che è abbastanza curioso il ricorso all’autorità scientifica da parte di chi si pone al di fuori della “scienza ufficiale”. Gruppi di persone che come i cereaologi si battono, con tutti i diritti, contro una ortodossia (le spiegazioni cereaologiche delle anomalie dei Cerchi decisamente non lo sono), si trovano poi a dover far ricorso all’autorità suggerita dall’ortodossia della Scienza stessa.
Un singolo articolo e/o un “opinions and comments” dovrebbero, da soli, bastano a dar forza di oggettività alle proprie certezze minacciate da questa parvenue delle scienze che è, ai loro occhi, Margherita Campaniolo.
Strano modo semplicistico di scientificizzare un problema, oltre che contradditorio!
Comunque sia, e a conclusione di queste righe, non mi sembra ancora abbastanza chiaro a tutti l’approccio dialettico proposto da Campaniolo.
La sua critica metodologica non la attua solo verso coloro che, pur sbagliando, si sono presi la briga del problema dei Cerchi nel Grano, ma anche verso tutti quelli che si sono invece accontentati della spiegazione del tipo “due pensionati burloni…”.
Uno scherzo una volta svelato finisce lì, non ha bisogno di essere continuato, di essere commentato così a lungo , in altre parole si risolve nel suo dichiararsi tale.
A distanza di anni possiamo invece continuare a contemplare i Cerchi nel Grano, ovvero l’arte dei Cerchi nel Grano, che ottenendo una lunga e decennale dialettica tra le parti, riesce in una delle imprese a cui gli artisti più ambiscono: progettare un mondo che fa provare emozioni e fa discuterne. Neanche la più “tradizionale” land-art è mai riuscita a tanto: a far parlare dei suoi simboli effimeri immersi nella Natura, fare interpretazioni delle immagini proposte dall’artista, e infine a far interagire così profondamente opera d’arte e spettatore.
Con i Cerchi nel Grano, l’opera artistica assume una sua autonomia dall’artista; a "fare" quell’opera d’arte partecipano gli stessi fruitori, che entrano, allo stesso modo come passeggiano all’interno di un crop, all’interno di un mondo possibile quanto alieno. Da semplici spettatori loro stessi diventano autori (meglio co-autori), colorano e modellano metaforicamente l’immagine che si presenta ai loro occhi come straordinaria,la misurano, la interpretano in modo esoterico oppure la sperimentano con strumenti: in altre parole la ri-fanno e ritualizzano.
Le immagini dei Cerchi nel Grano vengono così “sacralizzate” da un collettivo assai ampio: il Diavolo mietitore del 1678, evocato da questo insieme di rituali “artistici”, torna a calpestare la nostra terra, stavolta sotto forma di un elusivo extraterrestre (un po’ come nel film “Signs” di M. Night Shyalaman). L’opera d’arte ritrova la sua religiosità primordiale originale.
In conclusione anche dai Cerchi nel Grano si possono imparare cose, attraverso di loro addivenire a qualche verità (una volta tanto non scientifica): per questa scoperta devo personalmente ringraziare Margherita.

Campaniolo Margherita, “Cum Grano Salis. Viaggio nel mondo dei Cerchi nel grano. La “naturalis Historia” dei Crops Circles”, Documenti UFO, Monografie a cura del CISU, nr. 36, UPIAR, dicembre 2008, pp. 101.