venerdì 27 aprile 2012

ASSEMBLEA GENERALE EGU (EUROPEAN GEOSCIENCES UNION) 2012

E’ appena terminato l’appuntamento annuale EGU (EuropeanGeosciences Union), tenutosi a Vienna, dove anche in questa occasione diversi scienziati e  studiosi  hanno presentato interessanti lavori  riguardanti i Fenomeni Luminosi in Atmosfera.
Gli interventi hanno spaziato su diversi argomenti che sono argomento specifico di questo Blog.

Nella giornata  del 23 aprile sono stati analizzati nuovi aspetti del primo Gigantic Jet catturato in Europa  ad opera dell’astrofilo Ferruccio Zanotti (IMTN).
Gli autori T. Nuebert, O.Charion , E. Arnone, F. Zanotti, S.Cummer, J.Li, M. Fullekrug, e O. van der Velde, hanno trattato “The Giant Jet”, nella parte orale.
Il Gigantic Jet, che era stato ripreso nel dicembre 2009,  rimane una delle poche registrazioni ottiche di questo spettacolare fenomeno luminoso.
Questo particolare TLE (Transient Luminous Event)  è stato definito come  “la più estesa scarica elettrica sul nostro pianeta”.
Nell’occasione gli autori hanno presentato una analisi del Gigantic Jet a partire dalla sua constatata polarità positiva.
Il modello presentato fa chiarezza sulla relazione esistente tra Jet, Gigantic Jet e Sprites.
Si tratta della prima volta che gli Sprites sono usati per sondare le proprietà della mesosfera.

Nel pomeriggio della giornata del 23 aprile, nella sezione “poster”,  E. Arnone, J. Bor, O.A. Chanrion, R. Labanti (del nostro CIPH), K. Mezuman, T. Neubert, A. Odzimek, S. Soula, O. van der Velde, Y. Yair e Eurosprite, hanno trattato della distribuzione e del ciclo stagionale dei TLE sopra l’Europa in: "On the distribution and seasonal cycle of transient luminous events above Europe"  (vedi Abstract).
Lo studio ha coinvolto oltre 3500 eventi TLE, registrati sull’area euro-mediterranea nel periodo 2009-2011.

Giornate interessanti, per quanto riguarda i nostri argomenti, sono state  anche quelle di martedì 24 aprile e di venerdì 27 aprile, dove ancora una volta l’EGU, con particolare lungimiranza,  ha ammesso la trattazione di argomenti di confine come UAP (Unidentified Aerospace Phenomena) e HL (Luci di Hessdalen).
In particolare per la sezione “poster” della sessione dedicata all’educazione, lo studioso Philippe Ailleris ha presentato: “Stimulating Interest  in Natural sciences and Traning Observation Skills: The UAP  Observations Reporting Scheme”.
Ailleris parte proprio dall’interesse pubblico suscitato da idee come UFOs e Vita Extraterrestre. Questa fascinazione, se si escludono leggende e teorie del complotto, può essere  utilizzata in positivo per implementare l’interesse delle persone nelle scienze naturali e nella tecnologia.
Lo Schema di Raccolta  delle  Osservazioni (Observations Reporting Scheme)  proposto nel 2009, aiuterebbe appunto a “demistificare” gli UFOs collocandoli in chiare cornici identificatorie, ed aiutando a sviluppare un senso critico sulle osservazioni che possono o meno trovare una spiegazione.
In tal senso si veda il sito web, a supporto di tale iniziativa, allestito da Ailleris: www.uapreoprting.org .
Di Ailleris è anche un intervento orale, sullo stesso argomento, che si è tenuto il venerdì 27.

Sono stati tre i “poster” dedicati alle Luci di Hessdalen.

Come riportato a suo tempo in questo Blog, un gruppo di ricercatori francesi  ha supportato il tradizionale gruppo di ricerca italo-norvegese del Project Hessdalen, in una pre-missione in Norvegia, per il consolidamento di una ipotesi di collaborazione a tre.
Circale loro misurazioni a Hessdalen gli autori T. Farges, E. Blanc, e E. Strand, fanno il punto, in “Unknown radio emission at about 3 MHz recorded in Norway”,  dovetyrattano di emissioni-radio sconosciute, analizzandone la ciclicità in diversi periodi dell’anno, e sviluppando quindi alcune ipotesi.
Altri autori  dello stesso gruppo di scienziati francesi, J. Zlotniski, P. Yvetot, e F. Fauquet, hanno trattato di alcuni segnali elettro/magnetici ponendosi la domanda  se questi possano essere messi in relazione alle Luci di Hessdalen, in: “Existance of electric/magnetic signals related tounknown luminous lights observed in Hessdalen valley (Norway)?”.
Durante le loro rilevazioni strumentali, sono appunto apparse alcune distorsioni elettro/magnetiche, tra le due stazioni, che fanno sospettare anomalie dovute alla struttura geologica superficiale (depositi minerali?), ad alcune correnti elettriche incanalate, e/o alla tettonica locale.
Queste situazioni si sono tuttavia  verificate in mancanza di fenomeni luminosi che, nel periodo 2010-2011, hanno avuto solo scarse testimonianze visive.
Infine, sempre nella giornata di martedì 24, B.G. Hauge e S. Montebugnoli in “Different states of the transient luminous phenomena in Hessdalen valley”, hanno ricordato una panoramica del fenomeno, delle recenti teorie, ed infine hanno illustrato gli strumenti usati in valle, con particolare riferimento al radar e alle sue potenzialità per questa ricerca.

[Ulteriori informazioni sono reperibili sul Blog CIPH/SOSO: http://ciph-soso.blogspot.it/2012/04/egu2012-vienna.html. Durante il meeting EGU 2012, Ailleris ha approfittato dell’occasione per una intervista a Erling Strand (Project Hessdalen), ora presente sul suo blog: www.uapreporting.org/?p=1589.]

mercoledì 25 aprile 2012

27 FEBBRAIO 2012. MISTERIOSI ORBS CONFONDONO LA CONTEA DA DECENNI. UNA BREVE INTERVISTA ALL' ASTRONOMO CATON


Il giornale  “The Janesville Gazette” (Janesville, Wisconsin), in data 27 febbraio, a firma “Associated Press, Releigh, N.C.”, riprende la storia delle Brown Mountain Lights, nel Nord Carolina, a partire dalla testimonianza risalente a circa 50 anni fa di tale Steve Woody , che insieme al padre, aveva incrociato due sfere luminose color arancio, a pochi piedi dal terreno.
Le luci erano passate davanti a loro e poi erano scivolate giù per la scarpata del Blue Ridge (una zona dove in altri casi erano state osservate delle luci).

Il giornale traccia una rapida storia delle BMLs che daterebbe almeno ad un centinaio di anni fa, quando iniziarono le indagini del U.S. Geological Survey che sommariamente concluse trattarsi di riflessi di fari di automobili, di treni, etc.
C'era anche chi aveva pensato che queste “luci fantasma” fossero un fenomeno paranormale e chi, più tardi, vi aveva visto lo zampino dei “Marziani”.
Woody raccontando della sua esperienza di quando aveva 12 anni, non ricorda di aver pensato a fantasmi e/o extraterrestri, ma solo di aver vissuto una situazione unica, che ancora oggi è vivida nella sua mente.

I territori rupestri del Linville Gorge, sono ancora oggi visitati da curiosi che cercano di vedere qualcosa di misterioso in quei luoghi, al di là delle possibili spiegazioni
Non a caso anche il responsabile del turismo della contea, Ed Phillips, spera di capitalizzare sul fenomeno e la curiosità che attira; all'inizio del presente mese di febbraio un simposio da lui organizzato, dedicato alle BMLs, aveva trovato 120 persone disponibili a pagare 20 dollari, mentre una folla importante era rimasta esclusa poiché aveva aspettato fino all'ultimo momento, per acquistare il biglietto.

Vi sono diversi aspetti mediatici che non favoriscono una tranquilla ricerca strumentale, ma piuttosto la mera curiosità per un mistero irrisolto, e questo non è di grande aiuto all'approccio scientifico.
Se molte di queste osservazioni misteriose possono trovare spiegazioni semplici, in particolare per le luci viste in lontananza, altre testimonianze, secondo l'astronomo Daniel Caton, professore di fisica e astronomia presso la Appalachian State University (Boone, N.C.), sono invece degne di approfondimento.
Caton spera al più presto di poter posizionare delle telecamere per riuscire a catturare il fenomeno.
E' un augurio che gli facciamo, affinché possa cominciare al più presto questo lavoro.

[Info: Ole Yonny Brænne, in mailing-list magonia_exchange@yahoogroups.com, 20 aprile 2012; Fonte: giornale “The Janesville Gazette”, 27 febbraio 2012, p. 7b.]